Abstract
La legislazione razziale del 1938 spezzò molte vite, dando inizio a quel processo di discriminazione legalizzata che raggiunse poi il suo culmine nelle deportazioni nazifasciste del 1943. Con l’applicazione delle leggi razziali gli ebrei venivano allontanati da tutti i settori pubblici e privati, cancellando la loro presenza nella vita nazionale italiana. Tra questi emarginati ci furono anche molte donne, scienziate, professoresse, intellettuali, la cui vita e storia rimane ancora poco conosciuta. Un libro pubblicato da Raffaela Simili, Sotto falso nome. Scienziate italiane ebree (1938-1945) nel 2010, è l’unico ad oggi che raccoglie, seppur schematicamente e sinteticamente, le storie di alcune di queste donne ed il contributo che diedero alla scienza, alla medicina e alla cultura italiana. Tra queste donne ancora invisibili figura, come illustrerò in questo scritto, Lucia Bedarida Servadio (1900-2006), prima donna in Italia ad essersi laureata nel 1922 in Medicina a soli 22 anni nonché prima donna ebrea ed italiana a lavorare sin dal 1939 in un Paese musulmano come il Marocco.
Translated title of the contribution | Voices of memory: An Italian Jewess in the Italian twentieth century |
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Original language | Italian |
Pages (from-to) | 112-138 |
Number of pages | 27 |
Journal | Forum Italicum |
Volume | 53 |
Issue number | 1 |
DOIs | |
State | Published - 1 May 2019 |
Keywords
- diari
- donne
- esilio
- immigrazione clandestina
- leggi razziali
- memoria
All Science Journal Classification (ASJC) codes
- Cultural Studies
- Language and Linguistics
- Linguistics and Language
- Literature and Literary Theory